Aggiornamento delle notizie sulla partecipazione di
Borrello all’Unità d’Italia di Riccardo D'Auro
La recente conclusione delle celebrazioni ufficiali del 150° anniversario dell’Unità d’Italia mi offre l’occasione di apportare qualche precisazione agli scritti Borrello e l’Unità D’Italia e Bruto Primo, di gennaio e maggio del 2011, relativi al contributo che i nostri concittadini diedero allo straordinario avvenimento.
Un lettore attento avrà notato che in detti saggi il racconto della drammatica riunione dei cospiratori, che rischiarono di essere scoperti dalla polizia, è diverso da quello alquanto laconico da me descritto nel libro sull’emigrazione del 2006.
Si legge, fra l’altro, che il resoconto di quello che avvenne in seguito alla riunione tenuta nel 1848 in casa di un farmacista era solo una vaga voce popolare; che a esporre denuncia alle autorità preposte era stato il prete, che ne era venuto a conoscenza, in confessione, dalla moglie del professionista; inoltre, che dell’accaduto era stato informato Silvio Spaventa1 , il quale riuscì ad avvertire in tempo i cospiratori dell’arrivo della polizia, dando così tempo di far sparire ogni traccia dei documenti. Il padrone di casa non riuscì, però, a sopportare la grande paura provata e morì di infarto.
In Bruto Primo ho precisato soltanto che il farmacista si chiamava Domenico D’Auro e che il fatto era avvenuto nella primavera del 1855. Ma al tempo Silvio Spaventa stava scontando la condanna all’ergastolo che gli era stata comminata nel 1849; pertanto si intuisce che ad inviare il corriere furono i fratelli di Bomba.
Anche in seguito alle risultanze delle recenti ricerche fatte sulle origini della Famiglia D’Auro, si è reso doveroso rivedere, arricchendoli di altre notizie, le ricostruzioni su citate.
Mio cugino Raffaello mi ha poi ricordato che il racconto di quanto allora accadde, ascoltato più volte in famiglia, era stato spesso ripetuto a noi ragazzi, nei minimi particolari, da zio Leonzio Vitullo, che era solito dire noi D’Auro senza, però, che ci fossimo resi conto del perché. Sua nipote Carmelita ha ultimamente chiarito che il proprio genitore e Leonzio erano figli di Luigi Vitullo, che aveva sposato Luigina D’Auro. La ricerca ci ha portato alla conclusione che Luigina Olimpia D’Auro, nata il 5 febbraio 1842, era figlia del nostro farmacista Domenico, morto l’8 aprile 1855 alla giovane età di quarantotto anni. Leonzio, al quale vanno le mie scuse postume, avendo sposato Pierina D’Auro era doppiamente legato alla nostra famiglia.
Egli, pertanto, conosceva perfettamente questa storia raccontatagli dalla nonna, che l’aveva vissuta nei suoi drammatici risvolti, immediati e anche successivi, per le conseguenze ricadute sulla sua numerosa famiglia. Narrava infatti che, nell’agitazione causata dall’arrivo del corriere, la padrona di casa, assalita dal rimorso, non poté fare a meno di raccontare al marito che l’arciprete Franco l’aveva costretta, pena la mancata assoluzione, ad ammettere che ci fosse stata una riunione presso la loro abitazione. Evitò, così, il riscontro di ogni traccia della stessa ed il conseguente arresto dei cospiratori, ma causò la morte del marito, che pianse durante il resto della sua vita.
Qualche anno dopo Luigina assistette alla realizzazione degli ideali paterni, coronati dalla partecipazione del fratello Alessandro Michelangelo alla battaglia del Volturno, che fu decisiva per la fine del Regno di Napoli e delle due Sicilie. Il profondo amore di Patria di Domenico e del giovane Figlio continua ad inorgoglire non poco noi famigliari.
La testimonianza di questa vicenda di grande interesse storico conferma con certezza che a Borrello la lotta contro l’assolutismo della monarchia borbonica non si era interrotta nel 1821 con il ritrovamento del carteggio di Bruto Primo, ma che era stata sostenuta dai Patrioti fino al compimento dell’Unità d’Italia. Non si rende indispensabile, pertanto, l’eventuale rinvenimento di documenti nei faldoni, in corso di esame presso l’Archivio di Stato di Chieti.
Pescara, marzo 2012
1 L’Uomo politico era imparentato con la Famiglia Di Nillo avendo sua cugina Faustina Spaventa sposato Innocenzo Di Nillo, Funzionario dell’Amministrazione Finanziaria, fratello dell’Esattore Domenico che venne sequestrato dai briganti. Donna Faustina, ritiratasi a Borrello dopo la morte del marito, riposa nel nostro Cimitero.
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