L’inizio del nuovo anno porterà in dono ai borrellani ancora un lavoro letterario di Riccardo D’Auro dal titolo: “LA SPERANZA NELL’IGNOTO – PAGINE SULL’EMIGRAZIONE DA BORRELLO VERSO IL NUOVO MONDO”.
Un impegno assunto dall’autore per ricostruire la storia socio economica di circa un secolo del nostro paese, intrecciata con le ben note vicende belliche (1^ e 2^ guerra mondiale) e trasmettercela con interessanti particolari. Egli ha voluto così concretizzare di nuovo un “mandato interiore” e nel rispetto del diritto alla conoscenza verso quelli che ignorano e per richiamare cose sopite in quelli che già sanno. Ancora un’approfondita ricerca nel passato di Borrello, dove la gente, per una volta, scampando all’imposizione della partecipazione alle guerre, “sceglie”, non senza strazio, lo scontro con un destino ingeneroso, inclemente, ai limiti della sopportazione, fiduciosa di uscirne vincitrice. Il libro colloca il fenomeno dell’emigrazione locale in quello più generale di un’Italia molto problematica, dopo lo storico evento della sua unificazione, con ricadute pesanti quasi in tutte le realtà regionali.
Le terre lontanissime attraggono un po’ tutti! Le loro immensità, le infinite risorse, quasi totalmente celate alla mano avida dell’uomo, fanno sognare profitti scontati per ognuno….ma gli esiti si riveleranno ineguali ed il più delle volte molto poco consistenti. L’altalena migratoria ha i suoi picchi e le sue stasi, finché si arriva alla seconda metà del Ventesimo Secolo quando la rinascita dell’Europa offre a tantissimi italiani, provenienti da ogni area dello stivale, l’opportunità di varcare i confini e trovare per lunghi periodi un lavoro stabile, adeguato alla dignità umana, regolarmente remunerato ed all'altezza di sistemare sufficientemente le proprie famiglie rimaste in patria.
Al fine di offrire al lettore una chiara e precisa comprensione, il libro si struttura su tre capitoli: nel primo sono contenute le “Considerazioni Generali”; nel secondo: “Il Censimento”; nel terzo numerose “Schede” nominative riguardanti quei compaesani, che, per capacità, genialità e circostanze favorevoli si sono particolarmente distinti nelle terre d’emigrazione.