NOTIZIE SULL’ISTRUZIONE PUBBLICA E PRIVATA A BORRELLO DA FINE 1800


di Riccardo D'Auro



Alcune delle notizie di cui trattasi mi sono state raccontate dal mio nonno materno nato nel 1879 e dai miei genitori, altre le ho lette nel Manoscritto paterno più volte citato nei miei scritti ed altre ancora le ho vissute direttamente. Il nonno mi parlava della sua frequentazione delle prime due classi elementari alle quali sovrintendeva il maestro locale Don Giacomo Di Luca. A questi intorno agli Anni ’890 succedette il giovane Vincenzo Palmieri di Marco nato nel 1864, che lasciò subito l’insegnamento per dedicarsi all’attività politico-amministrativa del Comune di cui divenne Sindaco dal 1903 al 1927, gli ultimi due in veste di Podestà. Inoltre, nei primi anni del 1900, con l’istituzione della 3^ classe elementare, insegnavano la sig.ra Chiarina Di Giampietro da Chieti, moglie del Segretario comunale Francesco Spagnuolo ed il sig. Antonino Spagnuolo di Innocenzo. Nel 1905, in seguito al decesso della predetta, subentrò la maestra marchigiana Aloisa Mattioli, che sposò l’Applicato comunale Tito Di Luca figlio del precitato Don Giacomo. Ambedue insegnarono fino al pensionamento e vissero oltre i terribili anni della guerra.
Durante il lungo periodo predetto si sviluppò, dato il costo degli studi cittadini, la scuola privata il cui insegnante antesignano fu il Reverendo Don Orlando Spagnuolo, fratello del maestro Antonino anzi citato, che giovanissimo aveva insegnato lettere classiche nel proprio seminario. Nell’elenco ufficiale degli Economi Curati e degli Arcipreti della Parrocchia di Sant’Egidio Abate figura come Coadiutore dell’Arciprete Don Diomede Simonetti da gennaio ad aprile del 1916 e di Arciprete da gennaio del 1933 a maggio del 1935. Si ha notizia che sia stato Parroco titolare di una chiesa di Capracotta
Nel periodo su decritto mia madre ed alcuni compagni di scuola della classe 1909, ultimato il corso elementare con la maestra Mattioli, frequentarono il corso privato di Don Orlando per conseguire l’esame di ammissione agli studi superiori, un esame allora molto impegnativo che lei superò a pieni voti. L’insegnante, come peraltro aveva fatto la Maestra durante le elementari, cercò inutilmente di convincere il padre a farla studiare, ma vinsero gli sciocchi atavici pregiudizi che bloccavano a restare in casa le ragazze dei paesi.
Mio padre e i suoi fratelli si avvalsero della scuola paterna, del Geometra Riccardo D’Auro che si era diplomato a Chieti nel 1888 con voti eccellenti. La sua vocazione per l’insegnamento l’aveva già dimostrata con i suoi numerosi fratelli nel corso degli studi ai quali, in seguito, fece da padre. Trascorse la sua vita da titolare della Ricevitoria postale, svolgendo la libera professione e dando ripetizioni private.
Ho accennato alla breve permanenza nell’ambiente scolastico del giovane maestro Vincenzo Palmieri, è però doveroso ricordare che in testa al suo vasto programma di opere pubbliche realizzate collocò l’istruzione pubblica. Dotò Borrello, primo comune della zona, di un edificio scolastico utilizzando la chiesa in rovina, di Santa Lucia in Piazza Plebiscito. Ne risultarono due aule spaziose e luminose, con ingressi separati e i servizi, il tutto sufficiente per le tre classi allora esistenti, ma insufficienti con l’istituzione delle altre due. Ecco, però, nel 1912 l’idea geniale del Sindaco di acquistare lo storico palazzo baronale da destinare a sede del Comune e Scuola. Su progetto del su citato Geometra D’Auro, suo braccio destro, seguì l‘appalto e l’affidamento dei lavori all’Impresa Domenico Spagnuolo. A causa della Guerra Mondiale i lavori vennero sospesi, ripresi nel 1920 ed ultimati nel 1924. Il “Palazzo” risultò di tre piani essendo stato ricavato, quello rialzato, nella roccia viva e destinato alle due classi predette.

Continuando con la scuola privata verso la metà degli Anni ’30 fu destinato alla Parrocchia di Sant’Antonio il giovane Arciprete Don Oliviero Fiocca da Carovilli. Oltre alla sua fattiva opera di rinnovamento della Chiesa, va ricordata la sua ricca cultura, non soltanto classica, che mise a disposizione di numerosi giovani, anche dei paesi vicini, i quali riuscirono a conseguire un titolo di studio che sicuramente non avrebbero potuto acquisire nelle sedi opportune. Un lavoro che d’estate cresceva per le ripetizioni ai rimandati e preparatori per il nuovo anno scolastico.

Gli ultimi alunni di Nonno Riccardo, nell’anno scolastico 1939/1940, fummo io, mia cugina Giovina, Blandina Palmieri e Marcello Amati figlio del M.llo comandante della locale stazione dei Carabinieri. Superammo brillantemente il corposo esame con i complimenti degli esaminatori i quali vollero conoscere il nome del nostro preparatore. Il Nonno morì durante l’estate lasciando un grande rimpianto, il mio in particolare, perché ad ottobre avrei dovuto iniziare nel Convitto Nazionale di Chieti la frequenza dell’annessa Scuola Media Unica di recente istituzione.

Ed ecco il 10 giugno 1940 il coinvolgimento dell’Italia nella Seconda guerra mondiale a cui nessuno potette mai pensare che raggiungesse Borrello! Le terribili conseguenze, in primo luogo la distruzione del paese avvenuta a novembre del 1943, che ci privò anche di questo inestimabile bene morale. Don Oliviero, rimasto senza casa e di tutto quello in essa contenuto, fu costretto a ritornare con la sua numerosa famiglia al paese di origine
Tra i numerosi immani guasti provocati dalla guerra va posto anche il danno morale subito da noi giovanissimi cresciuti in quel clima di violenza di cui spesso abbiamo risentito i riflessi negativi. Accadde per me a giugno del 1945 con l’esame di licenza ginnasiale sostenuto a Chieti senza una benché minima considerazione per le condizioni del luogo dove era avvenuta la preparazione. Per altro il privatista, in genere, era la vittima predestinata a subire un trattamento particolare. Poi, la città, qualificata “città aperta”, sembrava che avesse sostenuta la guerra e che pertanto i suoi cittadini fossero intolleranti della presenza di molti sfollati.

Avendo finora parlato di insegnamento, è d’obbligo accennare alla cattiva sorte che subì l’edificio scolastico di Piazza Plebiscito. Purtroppo, il 10 settembre 1929, come risulta dalla nota del Podestà di Borrello n. 768 di Prot, diretta al Prefetto ed al Provveditorato alle OO PP per l’Abruzzo ed il Molise, ebbe inizio ufficialmente l’amara storia del movimento franoso che investì un centinaio di case della parte antica del paese. Ne conseguì l’inclusione dell’abitato di Borrello tra quelli da trasferire parzialmente a cura e spese dello Stato (R.D. 18.5.1933, n. 685). Tra la vasta documentazione si trova la perizia redatta dagli Ingegneri Murolo riguardante i danni subiti dal citato edificio scolastico che scomparve entro breve tempo. Lo Stato finanziò la costruzione di un edificio di un piano di tre aule nel Piano Regolatore i cui lavori, accollati all’Impresa Mario D’Auro, furono sospesi il 6 agosto 1943 per lo stato di guerra ed ultimato, con progetto raddoppiato, dieci anni dopo dalla stessa Impresa.

Nel dopoguerra, come avanti accennato, vennero ricostruiti nell’area del Piano di Ricostruzione, già Piano Regolatore, i due maestosi edifici destinati alla Scuola Elementare e all’Asilo Infantile. Strutture pregevoli chiuse, per il decremento della popolazione, intorno al 2010. Per ironia della sorte sono state accorpate e destinate a Casa di Riposo per gli anziani, nostri e dei paesi vicini.
Sono certo che nessuno dei giovani che lavorarono alla loro costruzione pensò di esservi ricoverato in tarda età!


Pescara, Luglio 2020


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