Salvataggio nel fiume Sangro
di Angelo Ferrari

Nell’Ottocento i terreni del Comune di Borrello situati presso il fiume Sangro erano molto fertili e venivano accuratamente coltivati. Essi erano particolarmente ambiti dai contadini anche perché, oltre a trovarsi in prossimità dell’acqua, non erano distanti dal mulino, adiacente la cartiera, situato presso il fiume. Questi territori, che oggi sono coperti da una vegetazione spontanea, in passato erano molto curati lungo tutto il corso del fiume. Nell’estate del 1854, all’incirca presso la località denominata Santo Marco due giovani di Borrello, Giuseppe Simonetti e Cristinziano Spagnuolo si trovavano lungo la riva del fiume Sangro, ancora con una abbondante portata di acqua nonostante la stagione estiva, quando la loro attenzione fu attirata dalle urla disperate di una ragazza che veniva trascinata dalla corrente impetuosa del fiume. I due giovani contadini, capirono subito la gravità della situazione, dato che poco oltre la corrente attraversava stretti e vorticosi passaggi tra rocce sporgenti da ogni parte che non avrebbero lasciato scampo alla giovane donna, della quale purtroppo non sappiamo nulla se non che fosse nativa di Colledimezzo ed aveva 10 anni. Senza pensarci due volte Giuseppe e Cristinziano si tuffarono in acqua e con non poca fatica riuscirono a raggiungere la ragazza e a portarla a riva e cominciarono a prestarle i primi soccorsi. Nel frattempo sulla sponda opposta altri contadini di Quadri che avevano seguito con apprensione la scena avevano allertato i soldati della Reale Gendarmeria di Stato, di stanza a Villa Santa Maria, che in quel momento si trovavano in ricognizione presso Quadri lungo la riva sinistra del Sangro. Poi la ragazza venne presa in consegna dal Caporale della Gendarmeria e venne condotta a Quadri e dopo che si fu ripresa a sufficienza potè tornare alla sua abitazione a Colledimezzo.
I due giovani borrellani, per questo generoso gesto di altruismo, ricevettero encomi dal Sottointendente del Distretto di Lanciano, dall’Intendente della Provincia di Chieti e dal Direttore del Reale Ministero dell’Interno del Regno di Napoli e, anche considerando che presso l’Archivio di Stato di Chieti sono conservati quattro documenti relativi a questo avvenimento, varrebbe la pena di indagare più a fondo questa vicenda che fa onore a due giovani tanto coraggiosi.

Lanciano li 10 luglio 1854
Al Signor Intendente della Provincia di Chieti
Signore,
il giorno 18 dello scorso mese di Giugno Giuseppe di Andrea Simonetti e Cristinziano Spagnuolo entrambi del Comune di Borrello, nel vedere una ragazza di dieci anni circa, che si disse naturale di Colledimezzo, esser preda delle acque del fiume Sangro, con coraggio si slanciarono nel fiume medesimo e lottando con le onde salvarono quella infelice che era presso a giungere in un punto in cui era inevitabile la di lei perdita.
La ragazza dopo di essere stata trasportata sulla destra sponda del Sangro, venne condotta sulla (sponda) sinistra a premura del Caporale della Reale Gendarmeria di Stato, che risiede nel Circondario di Villa Santa Maria e che trovavasi nel vicino Comune di Quadri, da cui l’infelice fanciulla ricevé pronti aiuti.
Rassegno il tutto all’autorità sua in adempimento del mio dovere.
Pel Sottointendente in congedo
Il Consigliere di Sottointendenza
T. Navaria


Chieti li 15 luglio 1854
Ai Signori Direttori dei Reali Ministeri dell’Interno e della Polizia Generale
Dal Sottointendente di Lanciano mi viene riferito che i due individui di Borrello segnati in margine (Giuseppe Simonetti e Cristinziano Spagnuolo) nel dì 18 dello scorso mese osservando che una ragazza di circa anni dieci che si disse nativa di Colledimezzo, era prossima a naufragarsi nelle acque del fiume Sangro, coraggiosamente si slanciarono nelle onde e riuscirono a salvare quella infelice, che era presso a giungere in un punto ove sarebbe stata inevitabile la sua morte: la stessa condotta al lido ricevé i pronti aiuti dal Caporale della Gendarmeria Reale di Stato che risiede di brigata in Villa Santa Maria e che in allora trovavasi nel vicino Comune di Quadri.
Per mezzo dello stesso Sottointendente io ho fatto esprimere il mio compiacimento agli autori di questa generosa azione ed ora mi pregio passare il tutto all’alta di Lei conoscenza per quanto altro stimerà disporre nella Sua saviezza.
L’Intendente M.


Chieti li 15 luglio 1854
Al Signor Sottointendente di Lanciano
Ho fatto rapporto ai Signori Direttori dei Reali Ministeri dell’Interno e della Polizia Generale di quanto mi ha ella riferito in data del 10 dell’andante mese in ordine a due cittadini di Borrello che nel dì 18 Giugno scorso salvarono una ragazza di Colledimezzo prossima a naufragarsi nelle acque del Sangro. Indipendentemente da quanto verrà superiormente disposto sul conto de’ medesimi (Giuseppe e Cristinziano) la prego di far loro esternare il mio compiacimento per una sì generosa azione, praticando lo stesso anche al Caporale della Reale Gendarmeria che si prestò a somministrarle de’ pronti aiuti.
L’Intendente M.


Napoli 19 Luglio 1854
Ministero e Real Segreteria di Stato della Polizia Generale
Ripartimento N. 9783
All’Intendente di Chieti
Signore,
mi è pervenuto il suo rapporto de’ 18 andante intorno ai nominati Giuseppe Simonetti e Cristinziano Spagnuolo, di Borrello, che si slanciarono nel fiume Sangro per salvare una infelice ragazza che rischiava di perire in quelle acque, e la prego di manifestare il mio compiacimento agli autori della generosa azione.
Il Direttore


Encomio dal Direttore del Reale Ministero dell’Interno del Regno di Napoli.


Terreni in contrada Santo Marco presso il fiume Sangro negli anni ‘30.


Il fiume Sangro tra i Comuni di Borrello e Quadri


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