BORRELLO
Tra i vicini comuni della Val di Sangro

di Eugenio Maranzano


E’ un’ampia opera, in parte compilativa, in parte di raffinata ricerca, che copre in concreto tutti i mille probabili anni di vita di Borrello.
L’autore si premura di avvertire che "Alla lunghezza del periodo preso in considerazione (…) non poteva che corrispondere un racconto per grandi sbalzi", ma non bisogna credere a questo giudizio dettato da una modestia eccessiva.
Infatti, il lavoro copre con buona messe di informazioni quest’ampio arco di secoli rendendo a un paese e a un popolo il senso della propria storia e di un’identità a lungo – e troppo mitologicamente – invano cercata.
Ora sappiamo chi siamo, grazie a Maranzano, e soprattutto abbiamo uno strumento versatile ed efficace per avviare nuove ricerche ed approfondimenti, che è risultato ancora più meritevole, per l’Autore.
Ma non si può parlare di quest’opera tacendo di due qualità ulteriori che l’autore vi ha infuso e che traspaiono dalla lettura del testo: innanzitutto la passione civile. A chi gli chiede un giudizio sull’ostacolo opposto dalla baronia allo sviluppo del meridione risponde "Lo sfruttamento, elevato a sistema, dell’ignoranza e della miseria delle masse", ma aggiunge "la burocrazia" facendo chiaramente intendere che questa, in un certo senso, continua perfino con più insaziabile voracità e più refrattaria ottusità, quell’opera di sfruttamento.
Ed è sempre la passione civile che lo spinge a descrivere così minuziosamente l’improbabile astrusità dei sistemi di tassazione escogitati da re e vassalli per succhiare ogni possibile risorsa dagli stenti delle popolazioni del nostro e dei vicini paesi. "per comprendere di più avverte Maranzano – lo spirito di certi comportamenti"
Ma vorrei raccomandare questo libro – se si può citare la predilezione del recensore – anche perché ha saputo mantenere integri il sapere, l’atmosfera, il linguaggio di situazioni particolarmente drammatiche ed espressive: in definitiva la poesia.

Donato Di Luca

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