STORIA DEL GRUPPO ALPINI DI BORRELLO - CONTRIBUTO AL LIBRO
CELEBRATIVO DEL 90° ANNIVERSARIO DELLA SEZIONE ALPINI


di Riccardo D'Auro



Nel 1999, per la ricorrenza del 70° anniversario della fondazione dell’A.N.A - SEZIONE ABRUZZI, ebbi l’onore di scrivere la “Storia del Gruppo Alpini di Borrello” che venne inserita, tra le 150 che costituiscono il pregevole volume curato da Mario Salvitti. L’opera voluta dal giovane Presidente della Sezione Dottor Antonio Festa, già Capogruppo di Borrello sua terra nativa, che in detto organismo ha lasciato un segno profondo della sua dinamica operosità e nelle numerose azioni umanitarie svolte in Italia ed in Russia. Purtroppo il destino crudele non gli permise di essere presente alla presentazione del libro, a lui dedicato, avvenuta nel novembre del 2002 alcuni mesi dopo il suo decesso.
Il piacere di avere dato allora il mio contributo fu pari a quello provato nel periodo della costituzione del nostro Gruppo, dovuta al Maestro Tenente Felice D’Arcangelo, che avvenne il 21 febbraio del 1960. Una giornata indimenticabile anche perché nella notte nacque il mio primogenito, che mi deluse per essere stato assegnato, al servizio di leva, alla Fanteria… Da quella esperienza sono trascorsi venti anni ed eccomi qui a ripeterla e ad aggiornarla con pari entusiasmo.
Il Gruppo di Borrello allora contava circa 60 iscritti tra cui anche dei reduci della Grande Guerra. Uno di essi, Raffaele Di Benedetto, fu il primo Capogruppo, seguito da Enrico D’Orfeo, Felice Palmieri, Antonio Festa, Fulvio Palmieri, Giuseppe Puce e Carmine Evangelista eletto nel 2009 tuttora in carica.
Il mandato di quest’ultimo conta varie iniziative di rilievo tra le quali il Monumento, un’opera tra le più ammirevoli dell’alpinità abruzzese, realizzata dai soci, secondo le proprie possibilità, e con il contributo della comunità. Consiste in un basamento formato da due grandi massi rocciosi su uno dei quali atterra un’aquila possente che tiene tra le zampe il cappello, il simbolo del Corpo, in ferro battuto, donato dall’alpino, valente Maestro d’Arte, Sergio Nelli. L’artista artigiano, in base ad un piccolo prototipo, per mesi e in gran segreto, con l’aiuto dei figli, lavorò i 90 chili di ferro occorsi per la sua realizzazione. Un autentico capolavoro, basti pensare alle 300 penne delle ali su ognuna delle quali risaltano le piume. Un’opera di grande valore umano che rappresenta il ritorno ideale nella terra d’origine dei cinque Caduti sui campi di battaglia delle Alpi, dell’Abissinia e della Russia i cui nomi sono incisi nel bronzo degli altri due Monumenti che Borrello ha dedicato ai suoi ventinove Figli che hanno dato la loro giovane vita alla Patria. Ricorda, inoltre, gli Alpini resi invalidi da congelamento e feriti, nonché gli altri più fortunati che fecero ritorno a casa. L’inaugurazione della meravigliosa opera avvenne il 29 agosto 2010, ricorrenza del cinquantesimo anno di fondazione del Gruppo con una grande rappresentanza di alpini, venuti anche da lontano, ed un pubblico numeroso, che alla caduta del drappo tricolore la salutarono con un applauso lungo e scrosciante.
Nel corso di questo lungo mandato di Evangelista vanno ricordate varie iniziative, la più importante delle quali è stata l’istituzione dell’Unità mobile della Protezione Civile, che esercita, in particolare, la vigilanza estiva su un vasto territorio ricco di boschi. Due suoi uomini, aggregati al Raggruppamento di Atessa, hanno prestato la loro opera a favore dei terremotati dell’Emilia. Continuo con delle altre citazioni significative. Gli interventi degli alpini per soccorrere gli anziani soli durante le lunghe invernate, a tale proposito c’è stata una raccolta di fondi per l’acquisto di una turbina da neve, un piccolo mezzo per lo sgombro delle strade inaccessibili ai normali spartineve. È stato acquistato un defibrillatore donato alla locale Casa di Riposo degli Anziani. Si è tenuto nell’Ostello locale un Campo Scuola molto apprezzato. Oltre all’albero di Natale abituale gli alpini hanno costruito un Presepio mobile. In varie estati sono state fatte delle riuscite scarpinate guidate da alpini esperti dei luoghi. Nel 2013 c’è stata la partecipazione del Gruppo alla manifestazione promossa dal Comune di Gioia dei Marsi in occasione della dedica di una strada al compianto citato Presidente della Sezione Abruzzi Antonio Festa. Si sono avuti due incontri dedicati alla memoria di importanti avvenimenti condotti da Mario Salvitti, Direttore Editoriale del periodico L’ALPINO d’Abruzzo, riguardanti la partecipazione degli Alpini alla Campagna di Russia ed il Centenario dell’inizio della Guerra Mondiale, con la visione di due ricchi dossier di fotografie illustrati dal predetto. Nel secondo incontro dal titolo “Cerimonia d’onore per la ricerca storica” avvenuto il 15.11.1995, organizzato dal Gruppo e patrocinato dal Comune di Borrello, furono conferite medaglie ai premiati tra i quali chi scrive.
In occasione della ricerca fatta sui combattenti della guerra predetta, è risultato che l’alpino Antonelli Antonio cl. 1891, 8° Rgt, non era un sopravvissuto, bensì caduto sulla cima dei Ruderi il 24 luglio 1916 e, infine, che Di Liscia Domenico cl 1912, Div. Pusteria, non era morto in Abissinia nel 1935, durante la conquista, ma nel 1941 combattendo contro gli inglesi.

La storia degli ultimi dieci anni di vita del Gruppo Alpini di Borrello, uno dei più anziani della Sezione Abruzzi, si conclude con l’assenza dei reduci dell’ultima guerra. Va ricordata in questa sede la scomparsa recente del Maresciallo Giovanni Rago della classe 1916, che aveva da poco superato i cento anni, combattente della campagna di Grecia. È stato l’ultimo dei numerosi soci che parteciparono alla fondazione del Gruppo, di cui noi Veci serbiamo il ricordo insieme a quello dei Caduti e dei Reduci dell’ultimo conflitto. Purtroppo i decessi e la cessazione del servizio militare obbligatorio assottigliano sempre più la forza delle Associazioni d’Arma, ma non per questo viene richiesto da più parti il ripristino del servizio militare di leva.
Borrello, come tutti i piccoli centri montani penalizzati dal forte decremento della popolazione, ha bisogno, soprattutto d’inverno, della presenza degli Alpini, i quali danno sicurezza specialmente agli anziani che vivono soli tra le numerose case disabitate del centro storico. Non è un paradosso affermare che la presenza del Gruppo Alpini assicuri la vita del paese, bensì pura realtà. Pertanto è fondamentale l’unione degli iscritti che negli ultimi tempi sembra che non manifesti la sua tradizionale saldezza abituale, effetto, probabilmente, del rilassamento generale delle coscienze. Noi anziani che partecipammo con entusiasmo alla sua fondazione, esortiamo i giovani, in nome di coloro che sono andati avanti e dello spirito di corpo, valore che contraddistingue gli Alpini, di continuare ad essere uniti ben oltre la celebrazione del 60° Anniversario del nostro Gruppo ormai prossimo.


Pescara, Gennaio 2019


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