A QUANDO IL COMPLETAMENTO DELLA FONDOVALLE DEL SANGRO?


di Riccardo D'Auro


Il presente è uno dei numerosi interventi sulla stampa fatti dal sottoscritto, specialmente negli ultimi anni, per cercare di sollecitare i tempi di esecuzione dei lavori di questa importante arteria iniziati quarantacinque anni fa. Attualmente è in via di ultimazione un tronco di due chilometri denominato “Passante di Quadri” i cui lavori, iniziati nel 2006 e rimasti sospesi per due lunghi periodi per frane, hanno provocato un dissesto ambientale enorme. Non vorremmo che i quattro chilometri circa mancanti per il completamento della strada dovessero subire altre traversie, né che il finanziamento, dato per certo, prendesse … altre strade. E’ inaudito che nell’era della tecnologia più avanzata si siano potuti verificare degli imprevisti, quali il cedimento del viadotto di Bomba, la costruzione di quello mostruoso di Villa Santa Maria e la frana predetta, che hanno ritardato a tal punto i tempi di realizzazione dell’opera.
Calza bene qui il confronto con la costruzione della vecchia fondovalle ardentemente voluta dal nostro grande uomo politico Silvio Spaventa, che, in un clima di austerità pari a quello presente, dovette penare non poco con i colleghi di governo richiamandoli spesso con il celebre “…ma ritorniamo a Bomba…” . E la strada, da Castel di Sangro al mare, “fatta a mano”, venne costruita in pochi anni ed ultimata entro la fine degli anni ’80 del 1800.
Intanto, per percorrere i dieci chilometri circa su detta strada per poter raggiungere il tratto molisano della fondovalle, ultimato, invece, oltre venti anni fa, è un’impresa terrificante, soprattutto per le vetture, a causa del traffico giornaliero di alcune centinaia di autotreni. Il pericolo maggiore è costituito dai numerosi piccoli ponti, ricostruiti nel dopo guerra sulle fondazioni dei preesistenti, non permettono l’incrocio con i mezzi predetti che, per battere la concorrenza, viaggiano a velocità sostenuta per raggiungere il polo industriale della FIAT. Altrettanto le bisarche, in senso contrario, che non risentono del carico dei furgoni. E dire che proprio per questo tipo di trasporto verso il Sud venne ideato il progetto di riqualificazione della ferrovia Sangritana, ripescata tra i “rami secchi” destinati alla soppressione.
Il progetto prevedeva la costruzione di un tronco ferroviario dalla nuova stazione dello Stato di Val di Sangro, dove giungono dalla SEVEL con linea propria i furgoni, fino a Piane d’Archi, nonché i lavori di miglioramento di tutto il tracciato. A tutt’oggi, dopo molti anni, il nuovo tratto è stato realizzato in parte e sono stati eseguiti dei modesti interventi lungo la linea rimasta disattivata dal 2003 fino a Villa Santa Maria, mentre il resto, fino a Castel di Sangro, è stato smantellato. Quivi, incredibile a dirsi, fervono i lavori, finanziati dal Cipe per l’importo di 10 milioni di euro, di costruzione di un raccordo ferroviario per l’unificazione delle stazioni della Sangritana e dello Stato. Un’opera del genere per treni che non passano, infatti anche il tronco Sulmona - Carpinone risulta disattivato dal 2010. E’ qui doveroso precisare che la Sangritana gestisce un servizio di autolinee che effettua svariati milioni di chilometri all’anno.
Dette opere, giudicate uno spreco di denaro pubblico inammissibile in tempi di gravi ristrettezze economiche, contrastano con la drammatica realtà della situazione viaria della valle del Sangro che andava, invece, risolta con priorità assoluta. E’così accaduto che oggi non abbiamo né la strada e né la ferrovia !.
Non si può non ritenere responsabili anche le istituzioni dello straordinario ritardo subito da questa fondovalle, che in Abruzzo fu la prima delle consimili ad essere approvata. Si è avuto l’impressione che siano stati poco considerati l’importanza dell’opera e di conseguenza l’urgenza e l’indifferibilità dei lavori.


Dicembre 2013

Ancora ritardi per il completamento della fondovalle del Sangro


Nel 2014 in occasione dell’entrata in esercizio del “passante di Quadri”, ossia del lotto di due chilometri dei sei che mancavano per il collegamento con il tratto molisano, si è detto e scritto che si sarebbe proceduto subito all’appalto dei lavori di completamento dell’importante arteria. Si era nel periodo delle elezioni regionali e la realizzazione di questa opera costituì nella zona uno dei punti forti del programma elettorale del Presidente D’Alfonso, che era riuscito a sensibilizzare finalmente l’interesse della FIAT. Si apprese anche che il Dottor Marchionne avesse minacciato il trasferimento della SEVEL qualora non fossero stati ripresi subito i lavori. Questo interesse tardivo della grande Azienda meravigliò non poco e suscitò il rammarico generale per non essere stato invocato allorquando i politici avevano poteri assoluti sulla gestione delle opere pubbliche.
Ma è trascorso più di un anno e la situazione anziché fare un passo in avanti è regredita. Infatti, secondo un articolo apparso su “il Centro” del 29 aprile dal titolo “Val di Sangro, Gamberale avrà lo svincolo”, siamo ancora al superamento della “problematica degli svincoli”, quando da molti anni si parla di progetto approvato, di finanziamento in corso, di appalto, ecc. La notizia ha raggelato gli utenti e, su tutti, noi anziani che abbiamo vissuto con passione la travagliata costruzione di questa strada che vorremmo ardentemente vedere conclusa prima della fine dei nostri giorni. E suscita, inoltre, maggiore stupore perché Gamberale e Sant’Angelo del Pesco hanno i rispettivi svincoli dall’epoca dell’ultimazione del tratto molisano. Pertanto, non si capisce a cosa si riferisce il manufatto di cui si parla nell’articolo succitato. Appare chiaro, però, che si tratta di una variante, l’ennesima apportata a questa opera iniziata nel 1968 e che è ancora incompiuta, mentre il ripetuto tratto molisano è percorribile dai primi anni ’80. Ebbene, il progetto dei lavori di collegamento allo stesso - i sei chilometri del tratto dalla stazione di Fallo a quella di Gamberale - venne inoltrato all’ANAS il 14.11.1981, per cui in 34 anni sono stati eseguiti soltanto i due chilometri del “Passante” ! Questa è una cosa gravissima, tenuto conto che il tratto di strada normale, oltre ad essere disagevole, è diventato pericolosissimo e la situazione, stando agli sviluppi precedenti, lascia prevedere ancora anni di attesa.
Alla luce di questo primo intoppo ci si domanda perché alla soluzione tecnica del discutibile svincolo in questione non si è provveduto durante il descritto periodo di attesa. Non resta comunque che augurarsi che la grave situazione della viabilità della valle del Sangro venga risolta con la sollecita ripresa dei lavori, senza che si parli più di varianti, cioè del dannoso “diversivo” imperante negli appalti delle opere pubbliche.


Pescara Luglio 2015


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