IL CALCIO A BORRELLO
di Riccardo D'Auro


Alcuni anni or sono l’Associazione Culturale “La Fonte”, con la collaborazione dei famigliari di Antonio Palmieri e di Angelina Di Renzo, allestì nell’ex Barberia una Mostra dedicata al calcio paesano incentrata sulle cronache delle partite giocate dalla squadra antesignana, e più famosa, che esordì nel1933 e di cui Antonio fece parte fino al 1938. Una narrazione succinta che “il Barbiere” fece degli anni esaltanti della compagine, la cui formazione già cominciò a risentire delle variazioni dovute alla guerra che si approssimava. Egli fu un accanito sostenitore e il consigliere tecnico delle squadre successive, delle quali illustrò gli incontri memorabili. Una documentazione eccezionale, certamente l’unica esistente, che affidò al nipote Fabio, e che attirò l’attenzione dei numerosi visitatori dell’esposizione suddetta.
E’ una documentazione interessante perché ci fa rivivere il tempo della giovinezza, le figure dei protagonisti, la passione per quello sport di chi lo praticava e dei numerosi tifosi, il tutto vissuto durante “l’Era fascista” che faceva sentire la sua presenza in tutte le manifestazioni. Emblematico il primo resoconto scritto con una calligrafia in grassetto, “studiata” – credo che allora quella era materia scolastica – su una falsariga predisposta da altri forse perché potesse fare da modello per i successivi incontri. In alto, a centro pagina, a carattere più grande: Sport Club Borrello e a seguire, sotto, Squadra Gioco del Calcio “La Tricolore“ Stagione 1933-34, e poi, 1^ Giornata 2 luglio 1933 – Borrello - Rosello 3 a 1. Ma qualcuno ricordando che le associazioni ricreative, sportive ed educative, e i club, in particolare, erano scomparsi per legge dal 1925 e sostituiti dal Dopolavoro – aveva tracciato un grosso frego sul titolo e corretto in “La Squadra Balilla del Dopolavoro di Borrello”.
Oltre al resoconto dell’incontro si leggono notizie relative agli spettatori, alle condizioni meteorologiche ed al campo in cui si è disputata. Si ricorda che il campo tradizionale di Borrello era il Colle della Fonte, l’aia padronale in cui si trebbiava, che veniva resa disponibile non prima della metà di settembre. Dalle cronache si evince che si giocò anche in altri due campi definiti “nuovi”: uno ubicato tra i Camillacci e la strada del Frantoio a lato di via Roma, l’altro al Guado dei Prati. Ma non si sa in quale dei due vennero giocate le partite del 15 ottobre 1933 e del 29 giugno 1943 alle quali attengono le relative cronache.
A destare il mio stupore, però, fu la partita giocata il 13 agosto 1944 contro Fallo vinta per 4 a 2. Incredibile! Eravamo tra le macerie (i tedeschi avevano abbandonato da circa due mesi l’altra sponda), oberati di fatiche, stanchi, avevamo appena appagato la fame con il raccolto del grano marzuolo. Ma i giovani vollero cercare con quella partita una valvola di sfogo, un forte segnale di reazione al terribile colpo infertoci dalla guerra e di speranza per l’avvenire. Giocarono anche per augurare un prossimo ritorno dalla prigionia ai cinque compagni della squadra “Balilla” partiti per la guerra: Armando Palmieri, Arturo, Dante, Peppino Evangelista e Romeo.
Per me quegli scritti avevano un valore eccezionale, perciò meritavano di essere pubblicati perché non se ne perdesse memoria. Chiesi se fosse stato il caso raccoglierli nel Sito di Borrello dove, comunque, nel 2010 li ricordai parlando di Antonio Palmieri in “…T’ARCUORD DE…”. Ed ora eccoli qui, in numero complessivo di ventuno, dal 1933 al 1947. Purtroppo ne mancano molti: quello della seconda giornata del 1933, le annate 1936, 1937, 1939, 1940/41/45 e 1946. Motivo principale credo sia stata la guerra e la distruzione della casa dell’autore.

A questo punto vediamo cosa ha scritto Antonio, riprendendo in esame la partita di esordio per qualche considerazione. La “Stagione” e la “Giornata”, innanzitutto, a mio parere potrebbero fare intendere che si trattasse di un vero e proprio campionato della zona, preordinato dal Partito. La formazione è riportata secondo lo schieramento canonico: portiere, terzini, mediani, attaccanti. E in questo ordine i protagonisti: Nicanoro Di Liscia; Emilio Palmieri e Felice Evangelista; Armando e Dante Di Luca e Domenico Spagnuolo; Giuseppe e Armando Palmieri, Arturo Ferrari, Dante Di Renzo e Antonio Palmieri. Formazione, questa, che costituì, fatte salve alcune variazioni, l’ossatura delle altre che si susseguirono fino al 1939. Continuiamo con la cronaca: le 3 reti segnate da Arturo e dai Fratelli Palmieri: netta superiorità dei locali nei due tempi, gioco sconclusionato della squadra di Rosello, pubblico cavalleresco, “arbitro da mandare in galera”. L’Allenatore F.to (illeggibile). A seguire la terza giornata, 10 settembre, Rosello - Borrello 1 a 2, marcatori Arturo e Armando Palmieri. Rispetto alla formazione precedente si notano le assenze di Emilio Palmieri e Dante Di Luca, sostituiti da Eutimio Vitullo e Giuseppe Di Renzo. Giornata sfortunata per i borrellani (perché?), pubblico poco numeroso. Quarta giornata 15 ottobre, Borrello Rosello 2 a 1, marcatori Arturo e Antonio il Barbiere. Formazione: rientrato Emilio, assente il portiere sostituito da Antonio di Bomba. Partita sospesa nel 2° tempo per abbandono dei rosellani, che volevano l’annullamento della seconda rete confermata dall’arbitro (di cui non si conosce il nome) giudicato “insuperabile e giusto”, aria fredda, pubblico numeroso.
La prima partita del 1934, senza data, fu giocata contro Pescopennataro e vinta per 5 a 0 con due reti del Barbiere e con una rete a testa di Arturo, Dante e Giuseppe Palmieri. Formazione identica a quella dell’ultima giornata del ’33 con la sola assenza di Felice Evangelista, arbitro Cesarino di Mosè giudicato “molto severo e giusto”. Nella seconda partita, giocata il il 29 luglio e vinta per 6 a 1 contro Quadri, si registrano altre variazioni rispetto alla formazione precedente: uscita definitiva dalla squadra, per emigrazione, di Domenico Spagnuolo; vi fa il suo ingresso un certo Mammola (un romano che aveva a che fare con la costruzione delle Casette nuove); sostituzione di Dante Di Luca da parte di Eutimio Vitullo. Marcatori: 3 reti di Dante, 1 del Barbiere e 2 del predetto Mammola. Bella giornata, pubblico cavalleresco specialmente da parte dei quadresi, arbitro Domenico Evangelista “molto parziale”. La terza, del 19 agosto, contro Roio, vinta per 3 a 0 con reti di Dante e due di Mammola. Pubblico numerosissimo, bella giornata, arbitro Cesarino di Mosè. Seguono due partite senza data, giocate con Villa Santa Maria entrambe perse, la prima per 2 a 0 a Villa, la seconda a Borrello per 1 a 0.
Si passa al 1935, il 25 agosto. “I bianco rossi” (cambio della maglia) Borrello – Roio 1 a 1 segnatura di Emilio). In formazione c’è Gentile Evangelista, assente il fratello Felice, come pure Dante Di Luca; arbitro Consalvo di Rosello. Pubblico numerosissimo, anche forestieri, bella giornata. Segue una partita senza data né formazione contro una Rappresentativa costituita da Fallo, Quadri e Pesco, vinta per 5 a 0. Si chiude l’anno l’8 settembre a Rosello con la vittoria per 5 a 1. Si notano le assenza di Giuseppe Palmieri e Eutimio, perdurano quelle di Felicetto e di Di Luca, Nicanoro spostato in difesa cede il suo posto al portiere Pascarella di Castel di Sangro, entra in squadra Umberto Marfisi. Reti di Marfisi, e Emilio al 1° tempo, seguono: Gentile, Dante e del Barbiere; quella di Rosello segnata da Mimì Cimino. Arbitro Consalvo Iacaruso “molto disorientato”. Bella giornata, numerosi tifosi di Borrello, anche donne, richiamati anche dalla festa, che offrirono bevande alla squadra, cantando e facendo tutti gran baldoria.
Dopo una lunga pausa - che comportò l’uscita di squadra di altri giocatori, rispetto al 1935, Nicanoro, Giuseppe Palmieri e Marfisi, nonché il recupero di Felicetto e l’ingresso di Giuseppe Evangelista, il portiere Romeo, Felice Palmieri e Camillo Maranzano - il 29 luglio 1938 si giocò Borrello Rosello. Il risultato fu di 2 a 2 con reti di Arturo Ferrari, arbitro Giuseppe Di Renzo, partita alquanto scialba, vento forte.
Seconda giornata il 7 agosto a Castel di Sangro, sconfitta per 4 a 0. Confronto, questo, con una squadra di caratura superiore sicuramente organizzato da Arturo Ferrari, che aveva fatto parte della stessa durante la sua permanenza in quella cittadina come apprendista fabbro.
Andiamo ora al 1942 dopo quattro anni di pausa, in piena guerra, a Fallo - Borrello 1 a 4. Non conosciamo la data, né i marcatori e né il nome dell’arbitro, definito però imparziale, ma sappiamo che era bel tempo, pubblico numeroso e che i tifosi quadresi rimasero scornati. La formazione era composta da giovani: Eugenio Maranzano, Vincenzo Di Luca e Ugo Palmieri; Amedeo Ferrari, Duilio D’Ambrosio, Pasquale Croce; Cesare Di Luca, Amato D’Amico, Tonino Beviglia, Antonio Beviglia e Rinaldo Lucidi.
La seconda partita la Squadra della G.I.L. la giocò il 20 settembre contro Quadri vincendo per 9 a 1, quantunque la compagine fosse “irrefrenabile, volenterosa e desiderosa di una vittoria”. Sostituiti, rispetto alla precedente formazione, Vincenzo Di Luca, Duilio, Pasquale e Cesare, con Nicolino Lalli, Bartolo, Raffaele Di Fiore e Camillo Maranzano. Reti : 5 di Antonio Beviglia, 2 del cugino, e 2 di Camillo. Arbitro Annibale Annecchini “imparziale”. Bel tempo; “facevano cornice al bel campo del Colle della Fonte un pubblico numeroso specialmente le signorine perché tempo di guerra”.
La partita di ritorno si doveva disputare, sempre a Borrello perché Quadri non disponeva del campo sportivo, la domenica successiva, ma lo impedì “una forte bufera” e venne rimandata al lunedì. Tirava ancora un forte vento e la scelta del campo favorì i quadresi. Furono annullate una rete per parte segnate entrambe su calcio d’angolo, la nostra “per capriccio”; seguì qualche cazzotto. Nel secondo tempo il vento era cessato e gli avversari cominciarono a tirare più calci alle gambe che al pallone, ma vedendo che non l’avrebbero spuntata abbandonarono il campo. Quindi finì 0 a 0.
Il 29 giugno 1943 fu inaugurato il nuovo campo con la partita vinta con Fallo per 4 a 2 dalla stessa formazione dell’anno precedente, reti segnate da Pasquale Croce e Rinaldo e due da Tonino Beviglia nel secondo tempo. Pubblico numeroso nonostante il tempo piovigginoso che provocò la sospensione dell’incontro. Arbitro “molto, molto parziale a favore degli avversari”.
Il 1°agosto la squadra, che per la recente caduta del Fascismo era tornata alla denominazione originaria “Tricolore”, giocò contro Pietraferrazzana ottenendo il clamoroso punteggio di 12 a 0. Pochi applausi data l’inconsistenza della squadra ospite, numerosissimi spettatori tra i quali molte signorine.
Il 15 agosto a Borrello si giocò, ancora una volta, contro la Coalizione Quadri Fallo sconfitta per 3 a 1. Formazione: Eugenio Maranzano, Vincenzo Di Luca e Ugo Palmieri; Duilio D’Ambrosio, Pasquale Croce e Rinaldo Lucidi; Gentile Evangelista, Giuseppe Palmieri, Amato D’Amico, Tonino Beviglia, Giuseppe Paolantonio (uno sfollato romano). Reti di D’Amico, Beviglia e Evangelista. Arbitro Umberto Marfisi “molto giusto”. Ancora una volta la Coalizione, venuta per vincere, fu sconfitta. La Tricolore dette prova di superbo affiatamento e slancio davanti ad un pubblico numerosissimo composto anche di sfollati romani, napoletani, siciliani e rimpatriati dalla A.O.I.

Con quest’ultima partita si concluse il ciclo documentato che era iniziato il 2 luglio 1933. La squadra originaria, come abbiamo avuto modo di vedere, aveva perso molti elementi a causa della chiamata alle armi, che mano a mano divenne mobilitazione generale. E proprio in previsione dello scoppio della guerra molte famiglie furono chiamate dai capifamiglia oltre oceano, tra queste, nel 1934, anche quella di Domenico Spagnuolo di Vincenzo e Marietta Falcione (dei Caracci). Il dimezzamento dell’organico spiega la sospensione del mini campionato annuale di zona negli anni 1939, 1940 e 1941. La ripresa nel 1942 credo che fosse stata imposta dalla politica del regime tendente a distrarre gli animi esacerbati dalla dura realtà della guerra, a maggior ragione le partite del 1943, anno in cui avevamo ormai la guerra in casa aggravata dai persistenti bombardamenti sulle nostre città.
Ho accennato alla eccezionale partita “tra le macerie” contro Fallo del 13 agosto 1944, unica e sola disputata fino al 1947 avendo avuto i giovani in quegli anni una parte preponderante nella defatigante opera della ricostruzione. Per i particolari seguiamo la cronaca: giornata magnifica, un po’ troppo calda, pubblico numeroso. La squadra, in divisa giallorosa, scese in campo con la seguente formazione: Eugenio, Vincenzo Di Luca, Felice Palmieri; Duilio, Ugo, Raffaele Di Fiore; Tonino Beviglia, Di Luca G., Gentile, Camillo, Antoniuccio Beviglia. Reti di Tonino e Gentile nel 1° tempo, due di Antoniuccio nel 2°; le due reti degli avversari su rigore. Arbitro Umberto Marfisi “alquanto discreto”.

Ed eccoci, dopo tre anni, alla partita “della rinascita” materiale e civile di Borrello nella quale rigiocarono i due attaccanti più forti che abbiano mai militato nella squadra locale: Arturo Ferrari e Dante Di Renzo. Erano ritornati tutti i giocatori dopo circa cinque anni trascorsi tra guerra e prigionia, mancava all’appello soltanto Armando Palmieri il cui ritorno dalla Russia fu atteso invano dai suoi familiari per decenni.
Le partite con Villa Santa Maria erano alquanto dure e quasi sempre finivano con la nostra sconfitta. Ma questa volta la squadra, che vi era andata con una particolare determinazione, vinse per 2 a 1. La formazione, che si era rinforzata con Il portiere Cecchino ed il terzino destro Mimì Cimino, entrambi di Rosello, era inoltre costituita da Felice Palmieri, Raffaele Di Fiore, Gentile, Duilio, Amedeo, Cesare, Arturo, Dante e Guglielmino Di Luca. Reti segnate nel 1° tempo da Guglielmino e da Dante, dai villesi su punizione nel secondo tempo. Ma l’arbitro, che si era dimostrato fino ad allora imparziale, cominciò ad assegnarne delle altre palesemente ingiuste per ribaltare il risultato, un contegno che costrinse gli ospiti a ritirarsi. Pertanto, non pagarono il viaggio e né offrirono il rinfresco, ma il pubblico, numeroso, rimase sbalordito dalle parate di Cecchino e dalle giocate eccezionali di Arturo.

Dobbiamo essere grati al Barbiere per la sua brillante iniziativa che ci ha fatto conoscere gli albori del calcio borrellano, sviluppatosi, credo, in virtù della conquista di due Campionati del mondo da parte della nostra Nazionale. Un successo che fu sfruttato dalla propaganda fascista per rendere quel gioco popolare, del quale non abbiamo notizie se negli anni ’20 fosse stato praticato in seno allo Sport Club Borrello. Il cronista, nonché ottimo giocatore, descrive la passione e l’agonismo di questi giovani per tenere alto il nome della comunità, anche nel calcio, su quelle vicine. Traspirano da esse i sacrifici, la fatica per raggiungere le destinazioni a piedi e soprattutto per tornare. Si rileva l’entusiasmo dei protagonisti, la voglia di partecipare. Vedi la presenza in squadra, nel 1942, di Vincenzo del Postiere, che, soldato, scendendo dal treno mentre la squadra vi saliva diretta a Fallo, si aggrega ai compagni, va e torna a casa doppiamente felice. (Testimonianza, questa, del suo amico Eugenio). Lo ritroviamo in formazione il 13 agosto del 1943, dopo essere sopravvissuto alla terribile avventura in terra di Russia. Meravigliano i vari cambi di divise, soprattutto quella giallo rossa indossata nel grave momento del 1944, come pure la partecipazione del pubblico, sempre numeroso, per il suo attaccamento alla squadra.
Grazie Barbiere.

Luglio 2013


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