L’Aquila 17 maggio 2015 - 88^ Adunata dell’Associazione Nazionale Alpini
di Riccardo D'Auro

Nel tardo pomeriggio nel posto previsto per l’ammassamento della Sezione Abruzzi, che chiuderà la sfilata, l’agitazione raggiunge il massimo essendo ormai giunta alla fine la lunghissima attesa. In quanti sono? Migliaia e migliaia, un numero enorme che certamente regge il confronto con le Sezioni dell’Alta Italia, ultima delle quali, a sfilare, è stata la Lombardia. La presenza delle predette è stata enorme anche se un certo limite lo hanno imposto le conseguenze del terremoto: il centro storico della città è, infatti, ancora chiuso. Allora, come d’abitudine, gli alpini di quelle regioni accorsero numerosi per dare soccorso ai fratelli sinistrati. E molti di essi sono tornati anche per constatare lo stato dei lavori della ricostruzione, che probabilmente non li ha soddisfatti. In special modo i friulani, i quali, quando furono colpiti dalla catastrofe, affrontarono la situazione con un impegno eccezionale. Chi scrive paragonò la loro determinazione all’azione immediata e rabbiosa che la nostra comunità dimostrò in occasione della ricostruzione di Borrello, che ebbe inizio nella terra di nessuno con le rovine ancora fumanti e sotto il tiro dei Tedeschi e degli stessi Alleati.
Passano in fretta, davanti a noi spettatori, gli ultimi alpini abruzzesi diretti al vicino posto di inquadramento, quand’ecco che uno di essi, accortosi del mio impedimento, mi si mette con forza sotto il braccio dicendo, con insistenza, che avrebbe pensato lui a farmi sfilare. Ringrazio con pari insistenza e con una certa commozione e lui, poco convinto, corre via. Un gesto commovente di solidarietà alpina e, in questo caso, di rispetto per “i veci” .
Ed ecco che gli applausi scroscianti segnalano l’approssimarsi del Medagliere e della caratteristica Aquila che contraddistingue l’Abruzzo in tutte le Adunate, scortati dal Presidente della Sezione e da un Consigliere dell’ANA. Seguono: un numero impressionante di Gagliardetti dei Gruppi presenti, il nostro portato dal Capogruppo; i numerosi gruppi della Protezione Civile; ed ecco, infine, la massa degli alpini perfettamente inquadrata. Ma per me è stato impossibile individuare l’esiguo numero degli alpini di Borrello suddiviso, a sua volta, in due frazioni. Una scelta autonoma di alcuni soci che non determina un’alterazione del Gruppo, ma che tuttavia richiede un chiarimento.
Intanto finisce il passaggio delle Penne nere abruzzesi, l’ultima ondata della fiumana umana che ha invaso la città per tre giorni, mentre la folla applaude lo striscione con la scritta “Arrivederci ad Asti” . Si chiude al crepuscolo una giornata storica per l’Aquila alla quale gli Alpini Italiani augurano una completa e rapida rinascita.
Sulla via del ritorno mi assalgono i ricordi delle due Adunate Interregionali quivi tenute verso la metà degli anni ’60 e negli anni ’80, alle quali partecipò numeroso il nostro Gruppo, che allora contava circa sessanta iscritti. Rivedo commosso la sfilata della prima con i Reduci, anche della Grande Guerra, e molti noi giovani, agli ordini del fiero Tenente Felice D’Arcangelo: una marcia impeccabile, con il Gagliardetto e il celebre quadro del conducente ed il mulo in testa, salutata calorosamente dalla folla da Collemaggio allo stadio Fattori. Lì, la seconda volta, con Argentino salutammo l’Avvocato Prisco che in tutte le Adunate sfilava con i commilitoni abruzzesi.

2 Giugno 2015


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