Ana Maria Trenchi Bottazzi Concerto per la Nonna In ricordo di Ermelinda Vitullo
Borrello 13 agosto 2006
a cura di Mario Di Nunzio
filmato di Mario Di Nunzio
Il 13 agosto 2006 Borrello ha avuto il grande onore di celebrare un evento che pochi luoghi hanno il privilegio di ospitare, il concerto di un'artista di rara bravura e di fama internazionale.
La nonna dell'artista, Ermelinda Vitullo, era borrellana, a lei è dedicato il concerto.
L'Artista è Ana Maria Trenchi Bottazzi.
CENNO BIOGRAFICO
Ana Maria Trenchi Bottazzi, nata a Buenos Aires, Argentina, fu una bambina prodigio. Inizialmente istruita, sin dall’età
di due anni,dalla madre,la nota pedagoga Ana Siero de Trenchi.Debuttò come pianista solista all’età di quattro anni
a Buenos Aires.
All’età di tredici andò a Parigi per continuare i suoi studi con i famosi insegnanti Nadia Boulanger,Yves Nat e soprattutto
Germaine Pinault che le insegnò per cinque ore al giorno, sette giorni alla settimana per cinque anni. Ricevette
il Premier Prix all’età di diciotto anni dal prestigioso Conservatoire National de Musique di Parigi. Studiò anche con il
famoso compositore argentino Alberto Ginastera, e più tardi con Roger Sessions e Martin Canin. All’età di 23 anni, tornata
dalla sua prima Tourneé in tutto il mondo, fu messa in lista per un debutto a New York; sembrava destinata ad
una straordinaria carriera concertistica quando fu colpita dalla tragedia. Un incidente automobilistico, quasi mortale,
le causò gravi danni cerebrali. Un intervento chirurgico le salvò la vita,ma i coordinamenti motori erano così compromessi
che riusciva a stento a camminare o a sollevare una tazza, per non parlare della impossibilità di suonare il
piano e della sua memoria compromessa.I medici le dicevano che non sarebbe più stata in grado di esibirsi di nuovo.
La Signora Bottazzi ritornò in Argentina e, rifiutandosi di credere alla prognosi dei medici, cominciò lentamente a ripristinare
la sua abilità pianistica. Per raggiungere questo obiettivo ci vollero ben tredici anni. Nel 1974, fece il suo debutto
posticipato a Town Hall a New York, ricevendo eccellenti recensioni. La sua autobiografia, intitolata “Tornare a vivere”
, è fedele testimonianza di questa ardua e coraggiosa guarigione. Gli editori Weekly definirono quest’opera “una
storia ispiratrice di fede e volontà di ferro”e fu pubblicata in cinque lingue da Dodd, Mead & Co.
Nel 1976, la Signora Bottazzi si esibì all’Avery Fisher Hall di New York e per dimostrare a se stessa che la sua memoria
era di nuovo integra, permise al pubblico di scegliere il programma da una lista di 100 pezzi del suo vasto repertorio.
Lo eseguì, poi, a memoria, ricevendo entusiastici applausi dal pubblico ed elogi dalla critica. Da allora, dà concerti e
tiene Master Classes e conferenze in tutto il mondo, in 34 delle maggiori città del Nord e Sud America, in Europa,Africa
e Asia, esibendosi in Recitals e con l’orchestra, ricevendo lodevoli acclamazioni di critica e di pubblico dovunque ella
suoni. Le sue innumerevoli esibizioni comprendono 17 Recitals al Carnegie Hall.
Nel 1992 ebbe l’onore di suonare alla Casa Bianca per il Presidente Bush e la consorte
e nel 1993 diede un concerto al Vaticano per Papa Giovanni Paolo II.
Ha conseguito tre Masters e due dottorati: uno in musica all’Università dell’ Argentina e
l’altro all’Università degli Stati Uniti. Inoltre, ha ottenuto un ulteriore dottorato alla Julliard
School , divenendo la prima latino – americana a conseguire il dottorato in quella prestigiosa
istituzione. Ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui l’ Outstanding Woman of the
year conferitole dalla All Nations Women’s league nel 1982, il premio Outstanding
People from Central and South America dalle Nazioni Unite nel 1984, e l’Outstanding
Hispanic Women che le fu consegnato nel 1993 dal New york Governor Mario Cuomo…
INTERVISTA DELLA CNN ALL'ARTISTA
IL CONCERTO VISSUTO DA MARIA DI LUCA
La struggente interpretazione di Gesù mia gioia di Bach ha aperto lo straordinario concerto di Ana Maria Trenchi Bottazzi a Borrello. Fin dal primo pezzo la sensibilità d’animo di questa grande donna si è manifestata in tutta la sua raffinatezza. La romantica tenerezza di questa esecuzione, che la pianista ha detto essere il suo modo di ringraziare Dio, è stato appena il preludio di un concerto fatto non solo di musica eccellentemente eseguita, ma di un’atmosfera tanto profonda da sconfinare nella spiritualità. Certo le agili mani di questa artista che riversavano nel silenzio della chiesa cascate di note, grevi nei fortissimi più decisi, leggere nelle melodie più espressive e rapide nei numerosi passi di agilità, hanno stregato l’intero uditorio. Ma ciò che ha stupito maggiormente l’attento spettatore è stata la dolcezza che ha impregnato di sé tutto il concerto: una dolcezza non sempre rinvenibile nell’eleganza estetica talvolta gratuita dei concerti. Essa ha messo a nudo una profondità d’animo acquisita peraltro con dolori e passioni quasi inimaginabili per l’uomo. La grandezza della signora Bottazzi si è ben espressa con la cura e l’affetto che ella ha posto in ciascuno dei brani che ha eseguito.
Attraverso i tempi graziosi della sonata di Mozart, la dolce imponenza beethoveniana di Per Elisa e Al chiaro di luna, la moderna espressività del Chiaro di luna di Debussy, l’esecutrice ha rivelato di possedere una qualità che non tutti hanno: la piena consapevolezza di ciò che significa vivere.
Questo è stato il messaggio che Ana Maria Trenchi Bottazzi ha voluto trasmettere a tutto il suo pubblico, e insieme a questo l’idea che siano sempre necessarie passione e tenacia, due pregi che lei più di tutti ha dimostrato di possedere.
UN BRANO DEL CONCERTO
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