Colombo urbano o di città
Scheda di Antonio Di Luca
foto di Mario Di Nunzio

Ordine
Columbiformi (Columbiformes)

Famiglia
Columbidi (Columbidae)

Nome scientifico
Columba livia var. domestica

Nome comune
Colombo urbano o di città

Dimensioni
Lunghezza 32-34 cm, apertura alare 59-65 cm

Caratteristiche morfologiche
Rispetto al colombo selvatico si presenta di taglia più robusta, con forme più tozze e pesanti, il becco è più potente, le cere nasali più sviluppate ed anche il capo è spesso più grande ed allungato. Nel colombo urbano esiste una forte variabilità dei caratteri morfologici dovuta alla sua origine composita differente da luogo a luogo a seconda delle razze presenti. Non è raro che colombi di città vicine differiscano visibilmente tra loro e gruppi e sottogruppi si possano isolare anche nell’ambito della stessa area. Un elemento morfologico ben rilevabile ed estremamente variabile è la tonalità e la disposizione dei colori del mantello, ritrovabili in ogni possibile combinazione sia di colorazione che di livrea. Nella selezione della colorazione, anche fattori ecologici e di predazione hanno un certo peso, ad esempio in piccoli centri rurali sono rare le colorazioni bianche o rosse, maggiormente esposte alla selezione di un ambiente con più predatori.

Canto
Un profondo “ru ru ruc”

Habitat
La città, come ambiente ecologico, è in grado di offrire al colombo urbano, più che ad ogni altra specie, un surrogato del suo habitat naturale ancestrale. Le costruzioni con i loro anfratti sono un rifugio estremamente allettante dove trova infinite possibilità di nidificazione, senza che si sviluppi nessun tipo di competizione intraspecifica. La città può offrire condizioni microclimatiche favorevoli e grandi disponibilità di cibo e ripari che inducono una perdita di contatto con l’ambiente naturale e rurale, in minor misura nei piccoli centri urbani dove si conserva in parte questo aspetto.
Il successo e le possibilità di espansione dipendono anche dallo scarso numero di predatori che incontrano nelle città. Tra i loro nemici naturali si annoverano il Falco pellegrino, Astore, Sparviero ed Allocco (notte), tutti uccelli raramente visibili in città e che quindi esercitano uno scarso prelievo. Uova e piccoli sono invece più esposti al pericolo di predazione da parte di topi, ratti, faine, taccole, cornacchie. Questi animali sono in grado di esercitare una certa pressione di selezione, contribuendo a limitare le possibilità riproduttive del colombo.
I luoghi di maggiore aggregazione sono gli edifici monumentali o vetusti. Alti numeri di colombi si addensano negli edifici in cattivo stato di manutenzione o abbandonati. In questi luoghi i colombi costituiscono vere e proprie colonie, moltiplicandosi e costruendo i nidi con penne, sterco e materiali raccogliticci (erbe, fuscelli ma anche plastica e tessuto).
Nel colombo di città si ritrovano elementi comportamentali che non hanno subito alcuna alterazione, accanto ad altri che si sono profondamente modificati. I primi sono relativi a manifestazioni etologiche fondamentali e caratteristiche della specie come gli elementi di comunicazione sociale (corteggiamento, allevamento dei piccoli, difesa) che permettono quella possibilità totale di incrocio che esiste tra tutte le razze di colombo.
Altri caratteri, come i ritmi di attività, si sono invece modificati. Così il ritmo di ricerca del cibo non è più scandito da regolari voli di foraggiamento nelle campagne, al contrario, specialmente nei grandi centri, questa abitudine si è persa ed il cibo viene interamente tratto da quanto la città offre, regolando il comportamento aggregativo e di ricerca del cibo su quelle che sono le abitudini dei cittadini zoofili che distribuiscono granaglie o sulle attività (silos granari, mangimifici, allevamenti di pollame) da cui possono ottenere cibo. La memorizzazione di orari, luoghi e persone è spesso sorprendente ed i siti interessati diventano altrettante aree di foraggiamento frequentate sempre dagli stessi colombi. Corrispondentemente ridotta ne risulta l’attività di volo, di per sé meno scattante e prorompente rispetto al colombo selvatico, rispetto a quest’ultimo è minore la “distanza di fuga” (distanza superata la quale l’animale fugge) per cui i colombi in città si lasciano avvicinare nella più completa indifferenza o, riconoscendo movimenti intenzionali di distribuzione del cibo, vanno spontaneamente incontro all’uomo ( processo di fidelizzazione all’uomo, ai luoghi, agli orari ).
Hanno visione a colori, assumono giornalmente in media 30 grammi di sostanza secca e circa 60-90 grammi di acqua e possono produrre in un anno sino a Kg 2,5/capo di guano.
Il comportamento riproduttivo risulta caratterizzato da un ciclo di deposizione pressoché continuo, nel senso che in ogni periodo dell’anno si ha una percentuale di coppie in riproduzione.
Il colombo di città può vivere anche sino a dieci anni (vita media quattro anni) diviene sessualmente maturo intorno a 4-5 mesi ed è generalmente monogamo, negli ambienti cittadini le covate possono essere fino a dieci in un anno. Gli accoppiamenti, nel numero di 5-7 al giorno per circa una settimana, sono preceduti da un classico rituale di corteggiamento. Le femmine depongono ad ogni covata da una a due uova. La sopravvivenza dei nati è del 40-45%.


Mario Di Nunzio - fotocamera digitale reflex Canon EOS 400D + Tele 300 mm Tamron - dicembre 2008 - centro abitato


Mario Di Nunzio - fotocamera digitale reflex Canon EOS 400D + Tele 300 mm Tamron - dicembre 2008 - centro abitato

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